L’opera per flauto 1 – Salvatore Sciarrino

About This Project

Mario Caroli Flute

Stradivarius 2001 – CD STR 33598

TRACKLIST

1. « All’aure in una lontananza » 2. « Hermes » 3. « Come vengono prodotti gli incantesimi? » 4. « Canzona di ringraziamento » 5. « Venere che le grazie la fioriscono » 6. « L’orizzonte luminoso di Aton »

NOTE

Cd recorded under the composer’s supervision in Città di Castello, April 2001

REVIEWS

FIVE DIAPASONS (« Diapason », 2/2002) by Benoît Fauchet

« La flûte a beaucoup inspiré Salvatore Sciarrino, sans doute parce que de cet instrument peut naître, sous sa plume, un fascinant royaume du souffle, aux frontières du silence. La flûte anime donc logiquement de bout en bout et enregistrement, première pierre d’un projet qui lui est consacré. Et quelle flûte! Celle, magnifique d’aisance et d’éloquence, d’un jeune soliste italien, Mario Caroli, que Sciarrino n’hésite pas à qualifier, dans la notice écrite de sa main, de « Paganini de la flûte ». Petits cris dans la nuit, chant d’oiseau d’une vérité à laisser penser que c’est la nature qui imite l’art, sifflements en tous genres et pourquoi pas, hululements… Caroli varie opportunement son émission, capte l’écoute avec peu, presque rien. Si cet album avait quelque chose à voir avec une quelconque exhibition, on parlerait d’un véritable « one man show ». Mais cet enregistrement intimiste, à prétention « écologique » même, est tout sauf spectaculaire. Il esquisse un monde sonore prêt à se laisser entendre, sans jamais violer l’oreille »

FOUR STARS (« Le Monde de la Musique », 2/2002) by Costin Cazaban

« Ce premier volume contient six des douze morceaux que compte l’oeuvre pour flûte seule de Salvatore Sciarrino. Les meilleurs atouts y sont réunis: des pièces caractéristiques de la manière du compositeur, un interprète aux possibilités sans limite, familier de la production actuelle italienne, et une acoustique particulière, car l’enregistrement s’est déroulé dans la cathédrale de Città di Castello, petite ville toscane où réside Sciarrino. Le cadre participe en effet de l’image sonore,car, comme d’habitude chez Sciarrino, les differences les plus minimes deviennent essentielles. Le flûtiste Mario Caroli se plie aux exigences sévères de la musique avec une disponibilité et une compréhension sans faille. Dans l’oeuvre di Sciarrino, la plus grande recherche cohabite avec des impulsions presque irréfléchies. L’agrandissement progressif de l’infime (les sons ailés de « Canzona »…) suggère, par analogie, une introspection d’autant plus puissante que l’interprète ne laisse passer aucun détail sans lui arracher toute la signification qu’il peut dégager »

FOUR STARS (« THE GUARDIAN », 1/3/2002) by Andrew Clements

No instrument is more characteristic of Salvatore Sciarrino’s fragile, fluttering sound world than the flute. Yet it still comes as a surprise to discover that he composed enough solo works for the instrument to fill a pair of discs. I wouldn’t necessarily recommend that anyone play them both in a single sitting, but the range of colour and texture that the remarkable young flautist Mario Caroli obtains in these dozen pieces, composed between 1977 and 2000, is hauntingly beautiful. Sciarrino specifies a huge range of techniques, with the use of clicking keys, harmonics and breathing noises supplementing the more conventional devices. In each piece they create an utterly distinctive aural landscape, the product of a quite exceptional musical imagination.

« All about jazz review »

« CD OF THE MONTH » (« CD CLASSICS », 2/2002) by Alfonso Alberti

Splendido cd. Nell’esecuzione di Mario Caroli colpisce non tanto il virtuosismo strumentale (Roberto Fabbriciani già aveva dimostrato come potevano essere dominati questi pezzi), quanto la capacità di trasfigurazione poetica, idea sulla quale si sofferma anche Salvatore Sciarrino nella sua presentazione del CD. ‘(…) per ritrovare il senso delle nostre azioni quotidiane, bisogna attraversare lo stupore. Lo stupore di un’utopia che si rivela’. A Caroli riesce per esempio l’arduo compito di concitare la parte centrale di ‘Come vengono prodotti gli incantesimi?’ di modo che le varie presenze evocate dal gesto iniziale dell’incantatore veramente si manifestano tutte insieme, creando lo stupore e lo spaesamento. Davvero assai fluente, come recita la didascalia, è la ‘Canzona di ringraziamento’, così che la polifonia non è più solo virtuale e il paesaggio arriva a ricomporsi. Le difficoltà della scrittura di Sciarrino si concretizzano finalmente nell’idea poetica che le ha generate e viene naturale convincersi che in queste densissime partiture non vi sia una nota di troppo. Molto bella anche l’ambientazione sonora, curata dallo stesso autore. ‘Da eseguire nei luoghi più echeggianti’, così scriveva Sciarrino di ‘Hermes’, e ora il Duomo di Città di Castello dona il suo riverbero all’opera per flauto. ‘Abbiamo scelto una chiesa dalle strane caratteristiche sonore, per fare il nido insieme alle sue vibrazioni, quasi fosse una gigantesca cassa armonica’. In special modo il sesto pezzo, ‘L’orizzonte luminoso di Aton’, è valorizzato dalle particolari condizioni acustiche »

« D » (Supplement of « Corriere della sera », 19.03.2002) by Enrico Girardi

« Soffi, frullati, respiri, suoni multipli, armonie inafferrabili, frammenti di linee lontane, silenzi: il repertorio di Salvatore Sciarrino è ampio in misura della quantità di suoni che il compositore riesce a cavare dallo strumento, e di forme che essi generano. Per raccogliere integralmente tale materiale occorrono pertanto due dischi: Ed e’ soprattutto necessario un interprete capace di trasformare tale tecnica complessa e affascinante in musica. Il flautista Mario Caroli risponde a tali requisiti e ciò lo distingue dai colleghi che si sono dedicati alla musica nuova in quanto modesti interpreti della ‘vecchia' »

« JAZZ ZEIT » (3/2002) by Rudolph

« Sogar das CD-Cover hat der italienische Komponist selbst ausgewählt: Ein kleiner Vogel, geschützt sitzend in einer menschlichen Hand. Als bild für seine Flötenmusik pass es gt, weil sie auf ihre sinnlich-expressive Art etwas zutiefst animalisches hat – animalisch im Sinne von instinktiv. Sciarrino forciert luftige Klänge, knarriges Ächzen und feuchte Klappengeräusche durch gezielten Einsatz von Elektronik. Und damit das Ergebnis auch genau so wird, wie sich das der Meister vorstellt, leitete et selbst die Aufnahmen und schrieb den Booklet-text, in dem er vehement für « ecologic recording » eintritt. Damit meint er auch die bewusste Suche nach einem geeigenten Raum, den er in einer Kirche in Città di Castello gefunden hat. Als Interpret wählte Sciarrino den jungen Flötisten Mario Caroli, den er als Musiker ‘ohne technische Grenzen’ bezeichnet; deshalb gäbe er sich auch nicht ‘mit dem üblichen Repertoire’ zufrieden. Und das kann man von diesen sechs aussergewöhnlich packenden Flöten-Solo_stücken wahrlich nicht behaupten »

« LA REPUBBLICA » (14.04.2002) by Fiorella Sassanelli

« Di musicisti è pieno il mondo, anche volenterosi. Ma… c’è sempre un ma in tutti idiscorsi. Anche in quelli di Salvatore Sciarrino, il compositore siciliano che per la prima incisione integrale del suo paradigma flautistico (dodici brani in due cd, altrettanti volumi di « Sciarrino, l’opera per flauto » editi da Stradivarius) ha scelto il pugliese Mario Caroli, ‘un giovane Paganini del flauto’ perché la sua musica diventasse ‘universo e si spalancasse ad accoglierci’. Non solo per le sue straordinarie doti tecniche. ‘Mario Caroli – scrive Sciarrino nelle note di copertina – si vota non al repertorio scontato, ma a quell’attitudine amorosa che trasfigura se stessi per mezzo della musica e ciò che sta intorno’. Il primo volume è la storia dal 1977 (‘All’aure in una lontananza’) all’89 (‘Venere che le grazie la fioriscono’ e ‘L’orizzonte luminoso di Aton’) passando per la celebrata ‘Hermes’ del 1984. Il secondo è quasi una biografia di Caroli che firma le prime registrazioni mondiali di personali dediche: ‘L’orologio di Bergson’, ‘Morte tamburo’, ‘Immagine fenicia’ e ‘Lettera degli antipodi portata dal vento’. Quattro composizioni del biennio 1999-2000. I dischi sono un miracolo a tutti i livelli. Innanzitutto visivo: bellissima la trovata della copertina con le mani di Sciarrino a coccolare un rondone a una settimana dal primo volo. Ma anche acustico e tecnico. Stradivarius promette una registrazione ‘ecologica’. Le esecuzioni sono infatti dirette e con pochissimi tagli, praticamente solo quelli necessari a cancellare le girate di pagina. È come se in tutte le case s’infilasse un po’ della magia del Duomo di Città di Castello »

« RUMORES SECRETOS » by Pedro Elias

Hubo un tiempo en el que los compositores, Bach es un buen ejemplo, no escribian otra cosa que notas; y cuantas mas notas habia en el papel pautado, cuanto mas dificil era la musica, menos indicaciones habia: ni veloci- dad, ni fraseo, ni siquiera instrumentos (Bach otra vez, y todo el bajo continuo). Se creo poco a poco todo un arsenal metatextual, con el que los compositores empezaron a torturar a sus interpretes y a veces al publico. Cuantas menos notas, mas signos para indicar como llenar un vacio musical que pronto podia prescindir del inter- prete. Siguiendo un itinerario paralelo, el disco (se decia en la epoca de las 78 r.p.m. « tocar un disco ») se convirtio en aquel objeto algo obsoleto, segun pala- bras de Bussotti, que iba del productor al hipotetico consumidor. Excepcional- mente, algunas casas discograficas tenian, tienen directores artisticos que a su vez tienen oidos y oido. Es el caso de Stradivarius y es el caso de Sciarrino que vuelve a hacer un milagro con este disco dedicado a su propia obra (el scologic rscording anterior milagro: su intervencion en la obra de Luigi Nono para la casa Kai- ros): si esta version de la obra para flauta sobrepasa el nivel de la version de Col legno, siendo los dos interpre- tes absolutamente excepcionales (y puede que Mario Caroli sea uno de los flautistas mas extraordinarios de la actualidad), se debe aI trabajo del inge- niero de sonido y del compositor juez y parte, controlando acustica natural, reverberacion, colocando este micro aqui y corrigiendo la direccion del otro alla. Y en cuanto a la musica magnifica (una obra de culto: All’ aure…, inspiro a Nono su Lontananza nostalgica uto- pica futura), rumor secreto que no avasalla, sino que sugiere, despierta o provoca visiones y deseos, esta hecha para conmover las piedras, pero creo que ya se sabe.

« CD OF THE MONTH CHOSEN BY AMADEUS » (FIVE STARS « A ») by Cesare Fertonani

« The flute is maybe among the instruments which stimulated more the creative experience of Salvatore Sciarrino. These two CDs gather the pieces for flute composed between 1977 (« All’aure in una lontananza ») to 2000 (« Lettera degli antipodi portata dal vento »). Mario Caroli is the extraordinary interpreter of these pages, the trascendental virtuoso who is able to give a sonorous life to a writing in which the flute must to multiply itself, to be the instrument of a world of dream and crystal, pervaded by a suggestion of timbre and poetry. »

« IL GIORNALE DELLA MUSICA » (July-August 2002) by Alessandro Mastropietro

Annoverante oggi 12 brani solistici, scritti nell’arco di 24 anni, L’Opera per flauto di Salvatore Sciarrino è stata pubblicata dall’autore come un ciclo insieme unico e composito: forse un « diario favorito », nel quale l’intera prassi musicale – compositiva ed esecutiva – ha conosciuto una definizione crescente, ma anche uno sviluppo già chiaro nelle sue premesse di « All’aure in una lontananza » (1977). La sua registrazione integrale (e prima mondiale per i quattro ultimi lavori del 1999/2000), firmata da un eccezionale virtuoso del suono e del pensiero esecutivo quale Mario Caroli, e dallo stesso Sciarrino (con Marco Capaccioni) per la regia del suono, accentua il carattere di macrotesto di questa ghirlanda di partiture. Ambientate in uno spazio sonoro unico, avvolgente per il suo riverbero naturale, esse organizzano il proprio spazio d’ascolto con pochi materiali, compresovi il silenzio, combinati in soluzioni diverse per ogni caso,, secondo finestre, anche istantanee e affilate come lame di suono, che si fronteggiano e si compenetrano nello stesso tempo: miracoli non solo e non tanto dell’acustica, ma della logica sciarriniana nella gestione percettiva di suono e forma, la quale si modella – sempre magistralmente – attraverso riapparizioni, permanenze o scatti improvvisi nelle immagini sonore.

Abc cultural (20 April 2002) by J. M. V.

Es seguro que Salvatore Sciarrino nunca llegará a ser un músico mayoritario (que se lo pregunten a los que abandonaban en masa el Auditorio Nacional durante el estreno español de su ópera Luci mie traditrici hace unas semanas); pero es también cierto que la investigación sobre los parámetros sonoros efectuada por el músico italiano difícilmente podrá dejar indiferente. Bajo la supervisión directa del compositor, el increíble virtuosismo de Mario Caroli, la reverberación del Duomo de Città di Castello y la enigmática y sugerente belleza de estas páginas han obrado algo más que un gran disco: un momento de pura magia.

« Blow up » by Piercarlo Poggio

Sciarrino riunisce per la prima volta i fogli sparsi dei brani per flauto, dodici in totale, e ne trae fuori una raccolta organica che va molto al di là della semplice compilation. Perché li affida ad un interprete giovane ma sensazionale quale Mario Caroli, rinchiuso nel duomo di Città di Castello, di notte, al freddo e al gelo, in compagnia di un’acustica irreale e qualche microfono. Tutto molto naïf se non fosse per il risultato finale, che è davvero appassionante. Il soffio di Caroli, colto nella varietà regalata dalle partiture, rende i brani di Sciarrino privi di gravità e liberi di volteggiare a mezz’aria. A dimostrazione di come un semplice flauto possa produrre ambient music davvero degna di tale nome.

« DIVERDI » by Stefano Russomanno

Aunque cabe reconocer también la aportaciòn mayùscula del flautista Mario Caroli. Incluso una breve comparaciòn con la clàsica versiòn de Roberto Fabbrciani, es suficiente para constatar la primacia de la interpretaciòn de Caroli, en quien se aprecian una respiraciòn màs fluida, amplia y natural, y una distensiòn y una airosidad màs acordes con la sinsibilidad sciarriniana. Un disco imprescindible para los amantes (y hay muchos) de este tipo de mùsica.